Centro Studi e Ricerche in Psicoanalisi ad Orientamento Lacaniano

  Pubblicazioni

    Il CRP consiglia alcune recenti pubblicazioni.
 

Il deserto della verità. Una posizione lacaniana
Maurizio Mazzotti

Editore: Quodlibet Studio, 2021

Il deserto della verità è un titolo che indica una posizione della psicoanalisi che Lacan ha isolato per la prima volta. Per Freud la verità psicoanalitica è la verità del desiderio inconscio, imprigionata nei sintomi, mascherata nel fantasma. Non è mai una verità dei fatti, né una verità celestiale.
Lacan inizialmente ha non solo fatto propria la posizione freudiana ma l’ha amplificata. In una conferenza è giunto a dire, in una Vienna tanto sbalordita quanto era stata distratta, che la verità nella psicoanalisi si annuncia con “Io, la verità, parlo”, è lei che parla, in prima persona, nessuno se ne può fare il rappresentante. Era la radicalizzazione del legame tra la verità e la parola, la verità che dice all’insaputa del soggetto, che, rivelandosi in un lampo, sorprende ed in tal modo ha degli effetti. In attesa di venir riconosciuta dal buon intenditore psicoanalista.
Poi in Lacan si è avviata una deflazione libidica della parola di verità, compiutasi nel ‘non tutta’ di un impossibile a dirla se non a metà. È una verità in un deserto in cui resiste a farsi recuperare ‘tutta’ dal senso. Ciò conduce, nell’esperienza analitica, alla verità che varia attorno a ciò che non cambia, il sintomo sottratto radicalmente all’Aufhebung del simbolico. E questo è ciò che ha portato Lacan, in fine, a siglare il suo destino definendola ‘verità mendace’.
 

Copertina e Indice


La scrittura in Lacan
Alide Tassinari

Editore: Pequod, 2022

La scrittura in Lacan, raccoglie i contributi del “Centro studi e Ricerche in Psicoanalisi a orientamento lacaniano” su un’attività tipicamente umana – la scrittura – al nome di Lacan, psicoanalista, che la definisce «un fare che dà sostegno al pensiero». Al contrario di Freud, Lacan ha scritto poco ma ha dato molto spazio alla parola.  Il suo insegnamento è stato prevalentemente orale, difficile ma appassionante, e mette il lettore di fronte a un linguaggio articolato e denso, dove mancano spiegazioni sistematiche. Il lettore si trova così impegnato in ciò che legge: occorre che il testo lo lavori e lo metta al lavoro, come in un al di là della conoscenza.

In Lacan la scrittura non ha a che fare né con la prosa, né con la letteratura. Si tratta di una scrittura che non è rappresentazione, ma lettera incorporata, la parola è suono ed è ciò che risuona nel corpo, rimanda non solo al significante che differisce dal significato, ma anche a ciò che si scrive e all’autore stesso della scrittura psichica: siamo pagina scritta prima che scrittori della pagina. Sta alla psicoanalisi recuperare ciò che scrivendosi si è cancellato e per questo inscritto nel corpo, servirsene in modo del tutto personale in rapporto a una possibile nuova alleanza con la pulsione; ed è per questo che occorre la presenza corporea di un lettore/analista a cui il soggetto si rivolga, che legga nelle parole dell'analizzante una scrittura ritrovata perché si scrive nel momento stesso in cui si cancella.

Un lavoro che avvicina l’esperienza analitica più alla poesia che alla prosa. Se il soggetto assume l’essere stato scritto e se ne fa qualcosa, al pari dell’artista, diventerà in parte scrittore del poema; scrive, inventando qualcosa di inedito. E per questa esperienza fatta in due, in presenza, ci vorrà tempo; a volte, la vita intera.

Indice e presentazione
 


Un debutto nella vita
Da Sartre a Lacan

Jacques-Alain Miller
Licitra Rosa C. (a cura di)

Editore: BORLA Pubblicazione: 2010
Collana: Scuola Lacaniana di Psicoanalisi

Svegliare, scuotere, mandare in frantumi le corazze, rovesciare gli idoli, apostrofare i venditori di fumo, sgonfiare gli smargiassi, diradare le nebbie, soffiare sul fuoco, passare al setaccio le idee, sottometterle alla lama del rasoio di Occam, essere vero, «vivere tre secondi in uno», argomentare («ogni buon ragionamento offende»), essere consequenziale, chiarificare, mettere a nudo, passare da parte a parte, arrivare all'osso, piegarsi davanti al reale, mettersi al servizio di qualcosa di più grande di sé - tali furono alcune delle pulsioni e delle ambizioni del giovane Jacques Miller, figlio di un radiologo parigino. Nevrosi ordinaria, degradazione della vita amorosa, carattere insolente sadico-anale, umore maniaco-depressivo, modestia di fondo. Questa raccolta di testi giovanili offre una prospettiva degli anni di apprendistato di un personaggio che aveva alimentato la piccola cronaca del Quartiere latino negli anni Sessanta - benché da oltre vent'anni eclissato dalla scena pubblica - prima di sollecitare nuovamente l'attenzione del pubblico colto con una polemica appassionata. Si trova qui la sua intervista a Jean-Paul Sartre del 1960, le sue «riflessioni intempestive» di liceale, la sua prima esposizione al Seminario di Jacques Lacan, i suoi primi tentativi logico-filosofici, il suo saggio sull'Utile. Il volume si chiude con il suo ritorno presso Lacan e con la sua entrata in analisi.


La crisi in età adolescente
Per una clinica psicoanalitica del ragazzo e della famiglia

Giovanna Di Giovanni

Editore: BORLA Pubblicazione: 2010
Collana: Scuola Lacaniana di Psicoanalisi

L'adolescenza viene comunemente considerata un tempo di crisi. Più che per qualsiasi altra età della vita, infatti, si trovano applicate nell'accezione corrente, anche culturale e sociale, le teorie più svariate, che comunque pongono sotto la parola «crisi» fenomeni molto differenti e di diversa intensità. In effetti, i mutamenti che si verificano nell'età adolescente sono molteplici e riguardano tutti gli aspetti della vita dell'individuo. Questo avviene certamente anche in altri momenti cruciali dell'esistenza, ma un punto ci sembra pertinente e focale per l'adolescenza: l'assunzione della responsabilità sessuale e sociale. C'è, in questo, uno spartiacque che non si presenta in altre epoche, nell'ambito dei numerosi e vasti cambiamenti dell'adolescenza vengono spesso iscritte così manifestazioni molteplici, accomunate dal termine «crisi adolescenziale» e da movimenti che segnalano cambiamenti magari bruschi ma ri-creanti una posizione soggettiva che tiene, fino ad altri che invece mostrano un cedimento della struttura stessa. Mettere tutti gli accadimenti più o meno gravi nell'ambito della «crisi adolescenziale» o evocare la caduta dei «valori tradizionali della famiglia» significa non andare oltre la fenomenologia e quindi precludersi la possibilità di individuare la posizione di ciascuno nella sua relazione con l'Altro, che sola può dare indicazioni sulle direzioni da seguire di volta in volta. Il soggetto, infatti, con la sua particolare posizione nella struttura, esiste in adolescenza come in ogni altra età della vita. Compito dell'analista ci sembra sia il porre le condizioni perché ciascuno possa comunque provare a prendere parola.


Prospettive di psicoanalisi lacaniana
Maurizio Mazzotti

Editore: BORLA Pubblicazione: 2009

In questo libro vengono messi in risalto temi centrali della teoria e della pratica psicoanalitica lacaniana. Viene interrogata la struttura della pratica psicoanalitica lacaniana in rapporto alla seduta, alla sua temporalità e alla sua logica anche attraverso esempi di clinica del transfert. Si parla dei problemi e dei paradossi della formazione dello psicoanalista, anche confrontando tecniche psicoanalitiche diverse, e si discute del ruolo che vi svolge la pratica delle supervisioni cliniche. Alcuni temi della clinica contemporanea, dall'angoscia alla depressione, vengono interpretati nelle loro differenze e molteplicità di espressione, al di là della generalità diagnostica scientista che ne falsa il senso autentico in rapporto ai modi umani di abitare il linguaggio. Si parla del nesso tra libertà e follia nella psichiatria e nella psicoanalisi e dei problemi che le nuove configurazioni della famiglia moderna sollevano nella società e nella psicoanalisi interrogando la prospettiva dell'al di là dell'Edipo freudiano.


Delucidazioni su Lacan
Jacques-Alain Miller

Marco Focchi (a cura di)
Editore: ANTIGONE Pubblicazione: 2008

Troppo spesso il destino dell'insegnamento di Lacan è stato quello di rimanere occultato dietro la potenza di seduzione della sua figura. A volte le sue frasi, staccate dal contesto, venivano esposte senza spiegazione, come se capirlo fosse una pretesa vagamente inopportuna. Tra gli allievi di Lacan, Jacques-Alain Miller spicca come un lettore diverso da tutti gli altri. Senza indulgere a manierismi o a tentazioni identificative, si propone di capire e far capire, presentando con grande chiarezza un discorso che in alcuni casi rischierebbe di apparire aforistico o oscuro. I "seminari brasiliani" di Miller, qui raccolti, delineano la logica e la particolarità della clinica lacaniana, e permettono a ogni lettore di scoprire, oltre il Lacan dell'"inconscio strutturato come un linguaggio" e di altre formule, un pensiero dalle innumerevoli e insospettate sfaccettature.


Scenari dell'Angoscia
E. Macola - A. Turolla (a cura di)
Editore: BORLA EDIZIONI Pubblicazione: 2008

L’angoscia è l’inatteso, la visita, la notizia, tutto ciò che esprimiamo con il termine presentimento. Secondo  Freud, ci appare come estranea benché tocchi l’intimità del nostro essere sino a farlo vacillare. Costituisce il lato più sgradevole, più difficile da dire e da rappresentare. Al suo manifestarsi, qualcosa del rapporto con il mondo s’incrina, le certezze vengono sospese e si apre una dimensione che non è più della realtà, sebbene stia al cuore della nostra vita: Lacan la chiama dimensione del reale. L’angoscia è un’esperienza logicamente necessaria, non accidentale, benché improvvisa e non padroneggiabile. Senza di essa non potremmo diventare soggetti responsabili, né avere desideri e costruttivi rapporti con gli altri.
I contributi di questo volume, che raccoglie il lavoro di insegnamento della Scuola Lacaniana  a Padova, si impegnano ad esplicitare il ruolo dell’angoscia come rivelatrice della verità, come fenomeno espansivo prioritario che dissolve tutto il resto.
Alla storia del concetto, con i suoi sviluppi teorici, si dedica il primo comparto del testo. Fanno seguito alcuni paradigmi letterari dell’angoscia e il rapporto tra l’angoscia e le donne. Conclude il volume una quarta parte che fa riferimento all’emergenza clinica attuale mettendo in evidenza i rapporti tra l’angoscia, le varie forme di dipendenza e il panico.
 


Una per una
Paola Francesconi (a cura di)
Editore: BORLA EDIZIONI Pubblicazione: 2007

Il titolo di questo libro raccoglie la tesi di Lacan della donna come non tutta in rapporto ai principi con cui il simbolico opera sul singolo individuo, l’edipo, la castrazione, il godimento che governa l’incontro tra i sessi secondo la tensione alla complementarità, al fare corpo unico nell’amore. La serie infinita dell’una per una risponde al vuoto di essere della femminilità, che Lacan trasforma spostandolo dal piano della mancanza, del deficit fallico a quello della creazione a partire dal nulla, dell’invenzione del proprio modo di essere che non è già previsto, mutuabile da una batteria simbolica già pronta, o preparata dalla trasmissione.
Tale logica del non tutto è una risorsa per la donna, ma anche un’opportunità per le impasse che la società contemporanea attraversa nella crisi che colpisce gli ideali collettivi, nella parcellizzazione dei punti di riferimento, degli stili di vita… Una femminizzazione del sociale è in atto, nella sospensione delle certezze e nella ricerca di soluzioni al disagio che risultino da una trovata particolare a ciascuno, e non dall’effimero della parola d’ordine.
La maniera con cui è composto questo testo collettivo si ispira proprio alla logica del non tutto, e non potrebbe essere altrimenti, dato l’argomento. I contributi vi si succedono secondo una serie aperta, che non si vuole esaustiva di un tutto che intrappoli, faccia quadrato attorno a una presunta essenza della femminilità. Piuttosto, ne risultano diversi registri della femminilità, diverse sfaccettature che non compongono un’immagine unitaria, ma si configurano come uno specchio infranto che restituisce solo frammenti e non la rappresentazione intera.


Psichiatria non psichiatria
Carlo Viganò
Editore: BORLA EDIZIONI Pubblicazione: 2009  

La vicenda della psichiatria – progetto di disciplina medica e organizzazione sociale delle cure – è innervata dalle contraddizioni di una democrazia che tenta di unificare il trattamento del soggetto, tra singolare e plurale. Fino all’inizio del Novecento si è applicato lo sguardo della medicina alla malattia mentale, senza però arrivare a stabilirne una processualità clinica.
Quando, finalmente, l’estendersi della ricerca freudiana è approdato a fondare una clinica delle psicosi, la pratica sociale della psichiatria non è riuscita ad integrarla nel proprio funzionamento. Si arriva così alla contestazione della psichiatria e all’abbandono della clinica. A questo punto si sviluppano linee diverse, ancora alla ricerca di una politica capace di annodarle.
Il mondo accademico proclama l’emancipazione della psichiatria dalla neurologia, per poi subito approdare alle neuroscienze. Le istituzioni sanitarie (OMS) si dedicano alla promozione della salute mentale e alla profilassi sociale con l’appoggio della psicologia. La psicoanalisi si trova sola a sostenere la pratica clinica e, quindi, a sviluppare una teoria dei processi sociali ad essa adeguata.
Gli scritti raccolti in questo volume testimoniano di quest’ultima ricerca, svolta nell’arco di più di trent’anni, attraverso una pratica orientata dall’insegnamento di Jacques Lacan.

 

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